“Downloaded my facebook data as a ZIP file. Somehow it has my entire call history with my partner’s mum”
Dylan McKay
Il caso Cambridge Analytica ha sollevato nell’opinione pubblica il problema della raccolta e gestione dei nostri dati personali, mostrando come molti servizi web (gratuiti) in realtà sfruttano in modo quasi maniacale qualsiasi nostra attività ed azione per scopi commerciali (e non solo).
Dati che, sia chiaro, siamo noi stessi che forniamo (ed accettiamo di fornire, a fronte di contratti d’uso “EULA” che in pochissimi si prendono la briga di leggere e di capire…) al gestore, attraverso l’utilizzo degli strumenti messi gratuitamente a disposizione.
L’app. di Facebook è una di queste: la installiamo per comodità, insieme a Messenger, perché offre una esperienza completa al popolare social network e ci consente, quindi, di rimanere sempre aggiornati su cosa pubblicano i nostri amici. Se non fosse che, in fase di installazione, accettiamo che l’app di Facebook possa accedere ad alcune funzionalità del nostro smartphone, in particolare (dalla pagina dell’app. Facebook su Google Play):
Spesso e volentieri non siamo consapevoli di ciò a cui diamo accesso. Semplicemente clicchiamo su “ACCETTA” perché, altrimenti, l’app non funziona. E quindi, accettiamo l’intromissione, spesso molto pesante, nella nostra vita privata. Se ne è accorto, ad esempio, Dylan McKay che, con un tweet, denuncia la registrazione di tutte le sue telefonate, SMS compresi, effettuati con il suo smartphone.
Downloaded my facebook data as a ZIP file
Somehow it has my entire call history with my partner's mum pic.twitter.com/CIRUguf4vD
— Dylan McKay (@dylanmckaynz) March 21, 2018
E non è l’unico: Dylan Curran, sempre attraverso Twitter, ci mostra l’enorme quantità di dati personali che vengono raccolti da Google e Facebook…
Want to freak yourself out? I'm gonna show just how much of your information the likes of Facebook and Google store about you without you even realising it
— Dylan Curran (@iamdylancurran) March 24, 2018
Probabilmente, adesso, vi starete preoccupando. E vi starete anche domandando come fare per evitare che molti aspetti della vostra vita privata siano memorizzati e conservati da aziende private. Si tratta, a questo punto, di accettare un compromesso: se vogliamo usare i servizi (gratuiti) messi a disposizione da Google e Facebook, in qualche modo dobbiamo accettarne le clausole. Ma possiamo, comunque, mitigare la quantità di dati che forniamo loro, ad esempio evitando di installare le applicazioni che richiedono un accesso eccessivamente invasivo al nostro smartphone e relativi dati (posizione, telefonate, SMS, applicazioni installate…) oppure seguendo alcune indicazioni segnalate proprio da Facebook: Fact Check: Your Call and SMS History
Ad esempio, personalmente, per Facebook, utilizzo ormai da mesi l’app. SlimSocial che, a differenza dell’app. ufficiale, richiede molte meno autorizzazioni. Per Google, soprattutto se avete uno smartphone Android, è davvero difficile limitare l’invasività: tuttavia possiamo limitare la quantità di dati personali inviata, disattivando alcune opzioni dalla voce “Privacy ed emergenza” nelle impostazioni del terminale.
Concludendo, senza voler fare del terrorismo psicologico, ognuno di noi deve meditare sull’invasività che è disposto ad accettare sulla sua vita privata. E comportarsi di conseguenza.
AGGIORNAMENTO — per gli utenti del popolare browser Firefox è da pochi giorni disponibile l’estensione Facebook Container che:
Prevent Facebook from tracking you around the web. The Facebook Container extension for Firefox helps you take control and isolate your web activity from Facebook.
Suggerisco caldamente di installarla.
— In copertina, DynaTAC 8000x, the first commercially available cell phone, 1983, and his inventor Martin Cooper, da /r/HystoryPorn
2 comments
Oppure più semplicemente negare le autorizzazioni all’app 🙂
Michele, conosci il browser Ecosia? Cosa ne pensi?