Abitudini anglosassoni contro lo spreco del cibo

L’ultima volta che sono andato all’Ikea, qualche giorno fa (non biasimatemi, non amo affatto questi posti ma per mantenere la quiete familiare certe volte devo “cedere”), al ristorante self-service ho visto che erano disponibili delle scatole in cartone per portare a casa gli eventuali avanzi del pasto: Progetto “Troppo buono per essere sprecato”.

Il portare a casa il cibo avanzato al ristorante è una consuetudine diffusa soprattutto nei paesi del nord Europa dove non c’è nulla di male a chiedere al ristoratore una vaschetta per conservare gli eventuali avanzi.

Trovo questa abitudine interessante e positiva: quante volte, a cena fuori, sono avanzati vassoi e vassoi di ottimo cibo che però è poi finito direttamente in pattumiera ? Conosco persone che, giustamente, non si fanno remore a chiedere contenitori per portare a casa il cibo avanzato, per mangiarlo nei giorni seguenti. E non solo non ci trovo nulla di male ma lo considero assolutamente ammirevole !

Così per farvi rendere conto dello spreco di cibo in Europa, ecco una mappa esplicativa delle stime 2012.

Impressionante, eh ? Inoltre lo spreco di cibo si riflette anche sulla quantità di rifiuti prodotti, con un doppio costo per la società !

Il cibo è sacro perché è vita, come l’acqua e come l’aria. Non si spreca il cibo come non si spreca l’acqua, perché non sono risorse infinite.

Sprecare il cibo è immorale, perché ci sono intere popolazioni che muoiono per carenza e mancanza di cibo.

Avevo già parlato de “La Sorte del Pollo Arrosto“, raccontando come i polli arrosto che trovate al supermarket, se avanzano, finiscono diretti nella spazzatura a causa di leggi stupide ed immorali.

Eppure l’Italia è stata il primo paese europeo a dotarsi di una legge per la “disciplina della distribuzione dei prodotti alimentari a fine di solidarietà sociale” (L. 155/2003), detta anche “del buon samaritano”, che comunque andava verso il riuso per scopi sociali del cibo avanzato dai negozi e supermarket.

Come si legge sul sito Food Right Now:

La FAO calcola che ogni anno si sprechino 1,3 miliardi di tonnellate di cibo, pari a 1/3 della produzione totale destinata al consumo umano. Il solo spreco di cibo in Italia ha un valore economico che si aggira intorno ai 13 miliardi di euro all’anno.

[…]

L’Italia si trova all’incirca a metà strada tra questi due Paesi, con 149 kg di cibo sprecato annualmente per persona. È interessante notare come la crisi economica abbia ridotto lo spreco di cibo del 57%; per risparmiare, gli italiani hanno iniziato a programmare meglio le proprie spese ed i propri consumi, riducendo le quantità acquistate, riutilizzando gli avanzi e prestando maggior attenzione alle scadenze.

Meditate, soprattutto quando -durante le feste- le abitudini italiane portano a preparare quantità abnormi di cibo che, troppo spesso, finisce direttamente nel cassonetto.

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