“La ragione principale per andare a scuola è quello di imparare, per il resto della vita, che c’è un libro per tutto.”
Robert Frost
Quando ho ricevuto la mail di segnalazione del progetto Air SelfControl, ammetto di essere stato immediatamente solleticato nella curiosità. Anche perché, ed è il motivo principale per cui sono stato un po’ latitante sul blog, sto lavorando proprio a dei moduli IoT low-cost di monitoraggio sia del clima (temperatura, umidità, pressione atmosferica) che della qualità dell’aria.
Sono quindi corso subito a sbirciare nella pagina dell’iniziativa, che ha come scopo la
realizzazione di due reti di rilevazione della qualità dell’aria in forma partecipata, e la relativa successiva gestione – sempre in forma partecipata.
ma mentre la prima rete è finalizzata al controllo del livello di CO2 all’interno delle aule dell’IIS Valdichiana di Chiusi (progetto “aulapulita”), la seconda ambisce al
monitoraggio delle polveri sottili nell’ambiente urbano […] attraverso l’elaborazione di un metodo facilmente replicabile, e di software liberamente scaricabile e utilizzabile allo scopo.
Utilizzando la piattaforma Arduino ed un firmware opensource realizzato ad-hoc, la creazione di una rete di monitoraggio della qualità dell’aria, in alternativa a quella già in essere a cura dell’ARPAT, lo trovo estremamente interessante. Ma, al di là dell’interesse personale specifico, lo trovo un progetto didatticamente innovativo che può stuzzicare l’interesse degli studenti ed aprirgli il mondo dell’industria 4.0: la tendenza dell’automazione industriale che integra alcune nuove tecnologie produttive per migliorare le condizioni di lavoro e aumentare la produttività e la qualità produttiva degli impianti.
Come segnalato anche nel comunicato di presentazione del progetto, esistono già comunità internazionali dedicate al monitoraggio dell’ambiente, come ad esempio Public Lab,
a community where you can learn how to investigate environmental concerns. Using inexpensive DIY techniques, we seek to change how people see the world in environmental, social, and political terms.
L’aspetto che più di tutti trovo affascinante è la sfida tecnologica che parte dal basso, dai cittadini, che favoriti dal costo sempre più basso dell’elettronica hanno l’opportunità di scoprire e di esplorare le nuove tecnologie, contribuendo non solo alla conoscenza collettiva ma anche al sistema democratico che deve necessariamente passare per la trasparenza delle informazioni, anche quelle relative all’ambiente che ci circonda.
Tecnicamente parlando, inoltre, esperienze di questo tipo permettono ai giovani (e meno giovani) di prendere coscienza –e conoscenza– di come funziona il meraviglioso mondo della Rete e dell’elettronica, che ormai è alla base della nostra società, favorendo la nascita anche di nuove realtà imprenditoriali.
Sono convinto che il futuro del nostro territorio, come già ho detto più volte, debba essere incentrato sull’innovazione. Non siamo un territorio dalla vocazione industriale (escluse certe zone) e viviamo in una zona potenzialmente ricca di opportunità sotto molti settori, compreso quello turistico e culturale, dove l’innovazione tecnologica è componente essenziale per rimanere al passo con i tempi. E la scuola, soprattutto le scuole professionali, hanno un ruolo fondamentale per insegnare agli studenti l’approccio corretto alle nuove tecnologie, fatto prima di tutto dalla consapevolezza del funzionamento della Rete e delle infinite possibilità che offre.
Un plauso quindi agli ideatori del progetto Air SelfControl, nella speranza che possa avere il successo che merita.