La manovra di Heimlich

A pochi giorni da una tragedia tremenda accaduta ad un Centro Ikea di Roma, dove un bambino di tre anni è morto soffocato dopo aver addentato un hot-dog , le polemiche non si tacciono.

Polemiche sui ritardi nei soccorsi (ricordo che il 118, in caso di emergenza, deve intervenire entro 20 minuti al massimo), sulla mancanza di un centro di pronto soccorso dentro il centro commerciale, sull’assenza di personale adeguatamente addestrato per un primo intervento. Riporta l’articolo sul Il Fatto Quotidiano:

“É stata una scena drammatica – ha raccontato una persona che si trovava nello stesso ristorante Ikea – In pochi minuti si era diffuso il panico generale”. Francesco infatti stava mangiando un hot dog che gli era stato comprato dalla mamma. Dopo il primo morso, un colpo di tosse, poi un altro ancora, e in pochi secondi il piccolo ha iniziato a respirare a fatica. La madre urlava, la gente si avvicinava, finchè non sono arrivati i primi soccorsi. Solo alcune decine di minuti dopo è arrivato anche il 118, il piccolo era ormai in “condizioni disperate”

Doverosa l’apertura delle indagini della Procura di Roma anche se sono convinto che, senza voler speculare in alcun modo su una drammatica tragedia come questa, la responsabilità non sia da ricercarsi nei soccorsi.

Ho avuto modo, per circa 6 anni, di fare il volontario soccorritore sulle ambulanze di emergenza della Misericordia di Siena e della Pubblica Assistenza “Montagnola Senese”, constatando come gran parte delle persone letteralmente ignora l’esistenza di alcune semplici manovre salvavita, come -ad esempio- la Manovra di Heimlich:

La manovra di Heimlich è una tecnica di primo soccorso per rimuovere un’ostruzione delle vie aeree. Costituisce un’efficace misura per risolvere in modo rapido molti casi di soffocamento.

o il massaggio cardiaco, elemento essenziale del BLS (Basic Life Support).

Sorprende infatti come davanti a questi tragici eventi nessuno si interroghi magari sulla necessità di inserire un minimo di formazione obbligatoria all’interno -ad esempio- dei corsi scolastici.

Infatti, in quanti conoscono le procedure minime di attivazione dei soccorsi ?

Ricordo che quando partecipai ai 6 mesi di corso obbligatorio per ottenere l’abilitazione per effettuare il servizio di emergenza, ci insegnarono anche come si attivano i soccorsi, evitando perdite di tempo che, in certe situazioni, possono fare la differenza tra la vita e la morte.

Oltretutto inutile lamentare ritardi nei soccorsi: ma se fosse accaduto in casa ? Durante una gita in campagna ? Stupisce come una madre, dopo aver affrontato corsi pre e post parto, probabilmente dopo aver anche letto decine di libri sulla puericultura, davanti ad un evento probabile come quello del soffocamento non abbia saputo come reagire.

Eppure bastano veramente due/tre ore per insegnare almeno i due concetti base per affrontare le emergenze: attivazione corretta del 118 e primo intervento.

Forse ci preoccupiamo troppo di conoscere cose inutili ed ignoriamo ciò che può salvarci e salvare una vita.

…ma tanto in Italia oggi si piange e domani ci siamo già dimenticati di tutto, fino alla prossima tragedia in cui ci faremo le medesime domande…

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