La politica che vive di TV

“Ballarò”, “Servizio Pubblico”, “la Quinta Colonna”, “Che Tempo che fa”… sono solo alcuni dei tanti programmi di tribuna politica che vedono, spesso, invitati “onorevoli” che arringano con veemenza le folle, acclamati dalle rispettive claque. Insomma, uno spettacolo…impietoso.

Pur non guardando questi tristi e indecenti spettacoli, una domanda mi ha sempre balenato in testa: “ma queste persone come fanno a lavorare se sono sempre in TV ?“.

La risposta è presto detta, soprattutto guardando le statistiche sulle presenze in aula dei tanti onorevoli (da OpenPolis) che vedono nelle prime posizioni gran parte delle stesse facce spesso in TV.

Questa politica vive di TV perché hanno capito che non è importante lavorare per il bene del paese. Per conquistarsi i voti e rimanere ben saldi alla poltrona è sufficiente farsi vedere impegnati, preparati, snocciolare cifre a menadito per impressionare l’auditorio. E poi gli applausi della claque, che danno l’impressione, all’auditore distratto, che l’onorevole abbia effettivamente detto qualcosa di intelligente.

Che tristezza.

Se penso che gran parte della fama politica di queste persone dipende direttamente dalle presente televisive, viene veramente voglia di gettare la TV dalla terrazza (e scusate se questa sera non sono diplomatico) !

Fortunatamente non tutti sono storditi dai fumi dell’oppio mediatico ed a giro per la rete ci sono interessanti articoli in merito alla commistione tra politica e media (http://www.festivaldelgiornalismo.com/post/11680/):

[…] secondo cui il predominio di Berlusconi nei mass media, che dura da 15 anni, avrebbe generato un enorme cambiamento nell’opinione pubblica italiana; la televisione avrebbe un ruolo nettamente subalterno rispetto alla politica, per capirlo è sufficiente guardare gli show di attualità per verificare come i giornalisti rinuncino a fare domande a politici onnipresenti sullo schermo e sempre più referenziali.

Eppure basterebbe prendere ispirazione dal vicino mondo anglossassone  (a proposito: complimenti ad Obama !) in cui i media -denominati “cani da guardia”- hanno effettivamente un enorme potere nei confronti della classe politica: ricordiamo lo scandalo Lewinsky che ha visto coinvolto l’ex presidente Clinton nella procedura di impeachment !

Insomma, ci sono ottimi motivi per accettare il consiglio di Beppe Grillo a non andare in TV: è come mettere degli agnellini nella gabbia del leone !

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