Sarò cinico ma in Italia, paese dalla costante inefficienza in ogni settore, l’organizzazione delle raccolte fondi che spuntano come funghi dopo una disgrazia è estremamente efficiente.
A neanche una settimana dal disastro in Nepal, si sprecano le raccolte di fondi per “gli aiuti” agli sfollati da parte di numerose associazioni e ONLUS attraverso microdonazioni via SMS da 2€.
Parliamo di queste microdonazioni e dell’effetto che hanno sulla psiche di ognuno di noi. Qualcuno penserà “ma che vuoi che sia per 2€… e poi è per una buona causa !” ma se moltiplicate 2 € per 10000, siamo già a 20000€ …
Sarò ancora più cinico ma credo che una donazione da 2€ sia più per “ripulirsi la coscienza” a prezzo di saldo che un reale e concreto aiuto ai nepalesi (o a chiunque altro sia oggetto della donazione).
Rilancio anche con una dose di malafede, ovvero sulla reale destinazione dei fondi raccolti. Da un vademecum del 2012 recuperato in Rete, leggo che:
La raccolta fondi telefonica con numero solidale è una prestazione totalmente gratuita ed esente da IVA, a patto che siano rispettate le condizioni seguenti, derivanti dalle normative emesse in materia dall’Agenzia delle Entrate e stabilite in un apposito Codice di Autoregolamentazione sottoscritto dai Gestori delle reti telefoniche mobili e fisse. Non essendo pertanto un servizio a pagamento, la sua concessione è a totale discrezione dei Gestori telefonici, che compiono un’insindacabile valutazione della richiesta e del materiale presentato.
[…]L’Associazione richiedente si deve impegnare ad effettuare una precisa rendicontazione delle somme che saranno raccolte e di quanto sarà realizzato tramite i proventi del numero solidale.
Sempre cercando in Rete, ma sarò stato solo particolarmente sfortunato, trovo ben poco in quanto a rendicontazioni. Anche quelle trovate, tra l’altro, non sono particolarmente dettagliate (Rendiconto raccolta fondi campagna congiunta UNICEF-WFP SMS solidale per “Emergenza Filippine”).
Eppure, secondo i dati dell’Osservatorio Fundraising, nel 2012 ben il 55% degli italiani che dicono di aver donato, lo hanno fatto attraverso gli SMS solidali: una bella fetta, sicuramente giustificata dalla semplicità della donazione.
Pertanto anche le cifre (e parliamo di milioni di €) sono importanti: per Haiti, nel 2010, sono stati raccolti oltre 14 milioni di € attraverso questo strumento !
C’è anche chi, come dichiara a Repubblica.it Paolo Ferrara, responsabile del Foundraising di Terre des Hommes, degli SMS solidali non ne può più, considerandoli addirittura “un male assoluto per il fundraising italiano” (La Repubblica, 27/11/2012), adducendo una serie di motivazioni più o meno condivisibili, tra cui:
Ha trasformato la donazione in un gesto da supermercato. O nel gesto compulsivo del giocatore dipendente da slot machine. Questo ha tolto al gesto del donare ogni tipo di impegno. Ogni tipo di responsabilità o senso di partecipazione. Ha tolto alla donazione il suo fondamento etico e la sua dimensione comunitaria, se non quella strumentale, fragile e passiva dell’audience che si attiva solo perché lo ha “Visto in TV”. Ma quale rapporto si crea con la causa? Quale con l’organizzazione? Quale con i problemi che le nostre organizzazioni cercano di affrontare?
Con questo, cari amici miei, non voglio certo indurvi a pensare che le microdonazioni siano il “male assoluto” ma certamente è necessaria attenzione, ad iniziare dall’affidabilità della ONLUS che gestisce la raccolta al doveroso controllo che i fondi, come previsto, vengano adeguatamente rendicontati in tutti i loro impieghi. Questo perché la solidarietà di cui il nostro Paese è ancora, fortunatamente ed orgogliosamente, capace non diventi preda di sciacalli senza scrupoli.
Fonti di interesse:
- Linee Guida per la Raccolta dei Fondi – Maggio 2010 – Agenzia per le Organizzazioni Non Lucrative di Utilità Sociale
- “Non ne posso proprio più. Basta con gli SMS solidali”, La Repubblica, 2012
- Osservatorio Fundraising Online, disponibili i dati!
- Dagli sms solidali per Haiti spariscono 2 milioni, Linkiesta, 2011
- Agire: quota 10 milioni di euro, Vita, 2010