Dopo la serata senese dello Tsunami Tour di Beppe Grillo, la campagna elettorale è definitivamente entrata nella sua fase più calda. I recenti scandali della Banca MPS, che coinvolgono non solo Siena ma si estendono ben oltre le frontiene nazionali, hanno reso la campagna elettorale senese particolarmente impegnativa.
Siena è sempre stata identificata con la Banca e molti senesi hanno lavorato all’interno di “Babbo Monte”, tanto che sembrava impossibile quanto è successo: improvvisamente (ma neanche tanto…) Siena si è svegliata in un incubo spaventoso, da cui sarà difficile uscire a breve.
Ma non voglio parlare della Banca adesso: non sono un economista né un banchiere e non ho le competenze adeguate a poter esprimere un giudizio autorevole sulla vicenda. In realtà, ben pochi di coloro che stra-parlano della Banca hanno l’autorevolezza per farlo: lo stesso Bersani ha esordito con alcune affermazioni che lasciano ben supporre la sua profonda ignoranza sui meccanismi che hanno permesso a Siena di arricchirsi, grazie alla sua Banca (una delle più antiche del mondo).
Questo perché la percezione diffusa è che un Sindaco debba essere sempre un super-esperto di qualunque cosa. Capita infatti che ti chiedano pareri autorevoli sulle vicende più disparate, dal sociale all’economia, dall’urbanistica all’architettura.
Io credo che un buon “Sindaco” è colui che si occupa del bene comune, della “cosa pubblica”, con la stessa cura con la quale si occupa della sua casa e della sua famiglia. E per occuparsene bene si avvale di esperti da lui nominati (gli assessori) e ratificando le proposte approvate del Consiglio Comunale, composto anche da persone “all’opposizione”, senza comportarsi come un Principe circondato da fedeli “yes man” capaci solo di alzare la mano a comando.
Essere cittadini che decidono di essere protagonisti nella vita pubblica della propria città è un privilegio ed una grande responsabilità. Un incarico importante, che deve essere improntato alla massima trasparenza ed onestà, cercando di chiudere la triste parentesi a cui questa classe politica ci ha -tristemente- abituati.
La mia visione di democrazia è affrontare le questioni con fermezza ma ascoltando e valutando tutte le opinioni e tutte le idee, anche -e soprattutto- quelle che provengono dai cittadini: questa è la ricchezza della vera democrazia !
Sono convinto, oggi più che mai, che oramai non esistono più le ideologie: oggi contano le idee. E le buone idee non hanno colore.