Non si butta via niente: come usare il pane raffermo

Sin da quando ero bambino i miei nonni, quando lasciavo qualche avanzo nel piatto, mi riprendevano con la frase “pensa ai bambini che muoiono di fame !“. Così la mia educazione, da famiglia toscana di umili origini, è sempre stata incentrata sulla tutela del cibo, seguendo i principi del famoso detto che “non si butta via niente“: ricordo ancora i miei nonni che conservavano le bucce delle verdure per le galline o per la concimaia, l’antenata dei più moderni composter, e così nel sacco della spazzatura ci finiva veramente poca roba, soprattutto plastica, carte varie e tutto ciò che non si poteva riciclare naturalmente. Il cibo buono che avanzava veniva conservato per i pasti successivi o, se possibile, pulito e dato ai cani ed ai gatti che vivevano nell’aia sotto casa.

Solo negli ultimi anni ho riscoperto la saggezza di tali abitudini, quando ho avuto modo  di approfondire la questione relativa ai rifiuti e compreso come il nostro pianeta si sta lentamente trasformando in una enorme discarica a cielo aperto.

Così da tempo ho ormai provato a riscoprire la bellezza del recupero, dove possibile, anche del cibo. Ed il pane, elemento immancabile sulle tavole degli italiani, è uno dei prodotti più facilmente riutilizzabili e recuperabili.

Sarà un caso, ma proprio qualche mese fa un comunicato allarmistico della Coldiretti evidenziava che, nel 2014, il

consumo giornaliero procapite sceso a 90 g, meno di due fettine o piccole rosette […] con il 42% degli italiani che mangia il pane avanzato del giorno prima e solo un residuo 2% che butta nell’immondizia la pagnotta superflua. I metodi per evitare lo sperpero sono diversi: il 44% degli italiani ricorre al congelatore, il 43% alla grattugia e il 22% per cento lo dà come cibo agli animali. Inoltre un considerevole 24% riutilizza il pane raffermo nella preparazione di altre pietanze.

Tra parentesi, se consultiamo i dati ISTAT sul prezzo del pane al consumo, notiamo che questo bene alimentare di prima necessità ha subito un fortissimo rincaro negli anni:

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I crostini di pane nell’insalata

Così eccomi qui a darvi un ottimo suggerimento per non gettare nell’immondizia il pane ormai raffermo: tagliatelo a tocchetti di qualche centimetro (non troppi piccoli, non troppo grandi) e metteteli in una bella teglia da forno. Ungeteli con un filo d’olio d’oliva, qualche foglia di salvia e rosmarino, salate a piacimento e passate in forno il tutto, avendo l’accortezza di non bruciarli e di toglierli non appena saranno ben tostati. Il risultato saranno degli ottimi e saporiti crostini da usare nel minestrone, nei passati di verdura, da sgranocchiare durante la giornata e da usare come originale dressing nelle insalate.

I crostini si conservano per molti giorni (se riuscite a resistere nel non mangiarli…) direttamente nella teglia oppure in un sacchetto di carta alimentare (non usate buste di plastica/nylon altrimenti perdono la loro croccantezza).

Unica accortezza è nel non utilizzare il pane ammuffito: in questo caso non vi rimane altra scelta che l’immondizia o il pollaio (le galline lo gradiscono, magari bagnato per ammorbidirlo). Tuttavia se il pane che acquistate tende ad ammuffire in pochi giorni i motivi sono generalmente due: casa troppo umida o le farine usate per produrre quel pane sono di scarsa qualità.

Buon appetito e ricordate che del cibo “non si butta via niente” !

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