Ad Agrigento per la processione di San Calogero

Agrigento – San Calogero

Come preannunciato, la nottata è stata tremenda ed il risveglio…molto molto caldo, in tutti i sensi: il camper era diventato un forno ed il mio umore…idem !

Sono le 09:30 ed avrò dormito si e no 5 ore, a causa del caos notturno che è durato praticamente tutta la notte: San Leone non è proprio il posto dove rimanere a dormire, se siete amanti del silenzio come me ! Barcollando dentro il camper, scendo per preparare la colazione. Pian piano resuscito dallo stato catatonico, già pregustando la giornata di relax in riva al mare.

Agrigento

Dopo colazione, scendiamo le bici e ci dirigiamo verso la vicina spiaggia, già straripante di ombrelloni colorati ed affollata da famigliole chiassose: le speranze di riposarsi un po’ sul bagnasciuga svaniscono presto…

Verso le 16:00 torniamo al camper per uno spuntino e poi decidiamo di andare a visitare Agrigento, dove proprio questa sera ci sarà la festa di San Calogero.

Centro storico di Agrigento

Parcheggiamo poco distante dal centro città, in un ampio e tranquillo piazzale in mezzo ai palazzi. Ne approfittiamo per fare una corsetta esplorativa della zona, arrivando fino su in centro dove già stavano montando gli addobbi e preparando tutto per la processione. Già decine di bancarelle avevano iniziato ad attrarre le famigliole, tutte agghindate per l’occasione, che ci guardavano correre, matidi di sudore, in un misto di stupore e disapprovazione.

Evviva San Calò

Torniamo al camper, dove una bella doccia ci rinfranca dal caldo estivo, preparandoci per la serata di festa.

Come in tutte le regioni del meridione, anche qui le feste dei santi sono molto sentite e partecipate: praticamente tutto il paese era sceso in piazza e coloro che erano rimasti in casa si affacciavano dalle finestre e dai terrazzini, lanciando i “panini benedetti” e caramelle, prontamente agguantate da bambini ed adulti. Davanti alla processione, lunghissima, l’immancabile banda che, tra una preghiera ed un sermone, intonava musiche sinfoniche. La statua di legno di San Calogero, molto pesante, viene portata a spalla da una decina -forse più- di baldi giovani che fanno a turno per portare -o, meglio, spingere !- il santo, che tra uno scossone ed una botta, oscilla pericolosamente.

I portatori di San Calogero

Ogni tanto qualcuno urlava qualcosa in dialetto, al quale la folla festante rispondeva gridando “evviva san calò“. L’atmosfera è veramente suggestiva.

La processione finisce alle 23:30 circa, con un lunghissimo spettacolo di fuochi di artificio.

San Calogero

E’ l’ora di tornare in camper che devo recuperare una notte insonne…

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