Giovedì – Esplorazione di Rethymno

E così, con un pizzico di nostalgia, ci accingiamo a lasciare questo fantastico posto, Plakias, dove siamo stati veramente bene. Decidiamo di approfittarne per visitare Spili, a pochi km, cittadina di montagna nota per le fontane d’acqua piuttosto particolari.

Lungo la strada, incuriositi, ci fermiamo anche nel Canyon di Kotsifos, dove c’è una chiesetta raggiungibile scendendo una ripida scalinata nella roccia. Il sole è già alto ma un venticello rinfrescante ci convince a tentare la discesa (e successiva conseguente risalita). Vale la pena: è molto bello, anche se risalire abbastanza faticoso…

Ripartiamo, per arrivare dopo circa 10 km a Spili. Il sole è già alto e la temperatura sale velocemente, così approfittiamo delle simpatiche fontane d’acqua presenti nel centro del paesino per una rinfrescata. Due passi nel paesino, carino ma non eccezionale, ed uno sguardo al “Folk Museum” (Gratuito – Offerta libera), dove un simpatico ma forse troppo zelante custode mi “cattura” e mi spiega in dettaglio l’uso dei singoli oggetti presenti, tra le occhiatacce di mia moglie…

Proprio a Spili, poi, si scaricano le batterie della macchina fotografica e così ripartiamo velocemente verso Rethymno, dove ho già prenotato un bungalow al Camping Elizabeth, a pochi km ad est del centro città, su Booking.com per 30€ (solo una notte).

Ok…ora viene la parte brutta: da dove inizio ? Prendiamola con filosofia… il camping è anche carino ma tenuto decisamente male. Il bungalow è un buco di 3×3 mt con soli due lettini, senza nient’altro se non un triste mobiletto che si sorregge a stento. I bagni, in comune, sono da campeggio di bassa categoria ed anche il frigo, sempre in comune, sembra stato recuperato da una discarica di elettrodomestici. Insomma, non ci piace per niente. Inoltre 30€ per questa topaia sono veramente troppi, così vado alla reception e chiedo se possiamo annullare la prenotazione. Purtroppo, ci dice la signora, l’annullamento comporta la perdita del 50% della tariffa: per una notte perdere 15€ ci scoccia un po’. La tipa ci viene incontro offrendoci una sistemazione alternativa nella roulotte, che ci mostra: peggio che mai ! Ok, stringiamo i denti…una notte passa veloce…

Anche questa volta non ho imparato la lezione: MAI prenotare in anticipo. Sempre vedere, poi decidere. Comunque, lato positivo, siamo in una zona silenziosa con il mare a circa 50 mt e la spiaggia sabbiosa…che non ci piace per niente !!! Insomma, sarà che forse a Plakias ci eravamo abituati male ma qua proprio non me gusta.

Comunque, scarichiamo le valigie, due orette di relax in spiaggia, pranzo frugale, doccia e cambio per uscire. Sulla guida è citato un posto interessante, a Maroulas: il Marianna’s Workshop (http://www.mariannas-workshop.gr), dove la signora Marianna produce olii, creme e tisane con le erbe officinali che raccoglie nei campi e sui monti di Creta.

Il villaggio di Maroulas, oltretutto, è veramente molto carino con le sue torri veneziane ed altri edifici in pietra, con l’immancabile kafeteio locale e gli alberi con il tronco imbiancato dalla calce.

Terminata la visita, con relativo acquisto di Olio essenziale di Cipresso, ci dirigiamo verso il centro di Rethimno. Il caos della città, al quale non eravamo più abituati, ci mette ansia ma fortunatamente riesco a trovare un parcheggio libero prima di perdere la pazienza, così che dopo l’esperienza traumatica del Campeggio non ce ne fosse un’altra dovuta al traffico tentacolare che avvolge le città greche.

Il centro storico di Rethymno è molto carino, anche se decisamente troppo sfruttato turisticamente, forse adattatosi a quel turismo russo ed anglosassone di cui la costa settentrionale è piena: pieni di soldi, passano le giornate in spiaggia e la sera al bar, riempiendosi le valigie di ninnoli e souvenir pacchiani “Made in PRC“. Purtroppo però questo è ciò che a noi non piace, così cerchiamo di ignorare la Rethymno “riminese” per concentrarci sulle particolarità di questa cittadina dalle origini veneziane conquistata dagli ottomani, le cui testimonianze sono ben evidenti agli osservatori attenti: moschee, minareti, iscrizioni arabe sopra le fontane nel centro storico…

Inoltre incombe sulla città l’imponente fortezza veneziana, assolutamente da visitare: anche se il biglietto di ingresso è di 4€ cadauno, merita anche solo per il bellissimo panorama che si gode sulla città e sul mare.

Usciti dalla visita alla fortezza, dove oltretutto c’era una mostra temporanea di un artista locale molto interessante, decidiamo di fermarci a mangiare un boccone. Ora sarà che sia io che mia moglie abbiamo la repulsione per quei locali che espongono le foto dei piatti fuori, che hanno il menù in 25 lingue e dove i camerieri insistono per farti mangiare lì ma finire nell’unica mini-taverna (verrebbe da dire take-away) a gestione cooperativa solidale che usa solamente cibi biologici e carne freschissima è stato veramente una…ehm…botta di fortuna incredibile. Insomma, è poco più di un chioschetto  che ha attirato la mia curiosità per l’insegna “Espresso zapatista” e dove mia moglie ha letto “Pita souvlaki“, decidendo di mangiare qui.

Alla fine, il souvlaki di pollo era sublime e le pite veramente ottime, fatte non con il gyros ma direttamente con i souvlaki, più leggere e meno grasse.

Spesa complessiva, per 2 pite, 1 souvlaki di pollo (volevo assaggiarlo) ed 1 birra: 9,6€.

Finiamo la nostra serata a Rethymno sperdendoci per le viuzze del centro, animate dai turisti, tra negozi multicolori, ristoranti e locali di ogni tipo: bisogna dire che la vita notturna, qui, è veramente attiva.

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