Giorno 2 – Esplorando i dintorni

La nostra camera, la 601, è proprio vicina all’ascensore e così quando inizia il viavai mattutino degli altri ospiti, è impossibile non svegliarsi. Il cielo è spruzzato da nuvolette bianche e grigie ma quando i primi raggi del sole illuminano l’isola tutto intorno, la speranza di una bella giornata si fa più concreta.

Decidiamo di inaugurare la settimana con una corsetta esplorativa sul lungomare, dove c’è una lunga passeggiata che va da Sant’Augustin fino al Faro di Maspalomas ed oltre, per un totale di svariati km già dalle prime ore della mattina invasi da turisti di ogni tipo ed età (soprattutto anziani).

Anche la temperatura inizia ad aumentare, raggiungendo velocemente i 25°, allagando di sole tutta la spiaggia per la gioia dei gitanti che, spaparanzati a prendere il sole o intenti a passeggiare, si godono le loro ferie a Gran Canaria.

La spiaggia è una lunga lingua di sabbia giallo scura (siamo su un’isola vulcanica, è bene ricordarlo) che si estende dalle prime propaggini turistiche fino al faro, passando per le famose Dune di Maspalomas proprio sulla punta sud dell’isola. Queste dune, che abbiamo faticosamente attraversato a piedi, sembrano una specie di deserto sahariano puntellato di turisti intenti all’esplorazione. E’ uno scenario bizzarro ed inconsueto, peraltro circondato dai verdissimi giardini degli hotel a 5 stelle che vi si affacciano, dagli incredibili contrasti cromatici. L’area delle dune, soprattutto quella adiacente alla spiaggia, sono il luogo privilegiato per anziani nordici naturisti che mostrano le loro bianche carni avvizzite e cadenti al sole ed ai passanti.

Per il resto, tutta la zona altro non è che un susseguirsi di negozi, centri “shopping” (pieni di cineserie), ristoranti, pub e bar, e hotel di ogni forma, tipo e dimensione. Non esiste un vero e proprio centro, così come non vi è nulla di tipico: tutto stentavo a crederci !), chiese tedesche, pub irlandesi ed inglesi.

L’acqua dell’oceano Atlantico, che lambisce le coste dell’isola, sono letteralmente gelate e guardo con viva ammirazione quei pochi coraggiosi che si avventurano a bagnarsi nelle sue acque. Fuori, sulla spiaggia, un fresco e persistente venticello affievolisce la calura dei 25° con il 50% di umidità indicati nei frequenti tabelloni informativi sparsi un po’ ovunque, con quei vecchi display a segmenti ruotanti che scandiscono con rumorosi “click clack” ogni cambio di numero.

La sera decidiamo di avventurarci nei dintorni e, saliti sulla nostra Volkswagen Up!, ci dirigiamo ad ovest, cercando per quanto possibile di stare sulla costa.

Arriviamo così nella zona veramente VIP, quella intorno al Faro di Maspalomas, sul lato occidentale delle dune, dove i centri commerciali lasciano il posto ai negozi di cineserie per le scintillanti boutique di Gucci, Moschino, Rolex… ed anche i ristoranti hanno tutto un altro aspetto. Su questo lato le onde sono veramente impressionanti ed un gruppo di surfisti cerca di cavalcarle come può, attirando l’attenzione e l’ammirazione dei villeggianti.

Proseguiamo percorrendo la provinciale GC500 lungo la costa, direzione Arguineguin, uscendo dal mondo sintetico e perfetto di Maspalomas per scoprire il panorama brullo e desertico dell’isola, almeno in questa parte di costa. La strada, in ottime condizioni, si snoda dolcemente lungo la costa mentre il sole si tuffa nell’oceano, regalandoci un meraviglioso tramonto poco prima di ripiombare nello scempio perpetrato dall’uomo dalle enormi costruzioni aggrappate alla ripida scogliera tra Arguineguin e Puerto Rico: impressionanti alberghi/residence/resorts cubiformi a picco sul mare, probabilmente figlie delle politiche speculative degli anni ’80 e ’90, come anonimi ed enormi bubboni in questo scenario da favola.

Tentiamo di identificare un centro nel borgo di Arguineguin, invano: oltre al porto e qualche casa che vi si affaccia, il resto è tutto residences e centri commerciali. Sempre meglio, tuttavia, di Puerto Rico, che non ha assolutamente nulla di “civile” ma tutto totalmente turistico, che arrivando al tramonto si mostra come un enorme vallata scura puntellata di migliaia e migliaia di luci bianche, gialle e rosse delle lampade e delle insegne che ne invadono ogni metro quadro disponibile.

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