Ci augura buongiorno un cielo velato e qualche nuvoletta che si intensificherà durante la giornata per rendere ancora più afoso il clima già abbondantemente caldo. Le visite alla Grotta Zinzulusa iniziano alle ore 10:00 così, nel parcheggio ancora vuoto, ci beviamo un bel caffè gustandoci la vista sulla scogliera e sul mare blu, nella tranquillità che a breve verrà rotta dall’arrivo dei decine di auto dei visitatori mattutini.
Siamo nel primo gruppo di visitatori, così da poter ripartire il prima possibile verso sud, e dopo aver pagato 5€ cadauno di biglietto per la visita alla grotta, seguiamo la guida nelle spiegazioni. La visita dura circa 30 minuti e, se me lo avessero detto, avrei portato scarpe da ginnastica (e non ciabattine), un cappellino (considerando l’acqua che gocciola dal soffitto) ed un repellente anti-zanzare, presenti numerose attratte dallo sporco dei colombi che affollano queste rocce.
Oltre alla bellezza della grotta (bella ma nulla di che, soprattutto se avete visto le Grotte di Postumia o Frasassi…), l’aspetto piacevole è il frescolino dell’interno, che permette di riprendere fiato prima di tornare nella calura estiva salentina e, magari, tuffarsi nelle fresche acque dello Ionio (direttamente dalla vicina piattaforma, con tanto di scaletta).
Riprendiamo il cammino verso la fine del “tacco” d’Italia, continuando la bellissima Litoranea (l’avevo già detto, vero ?) e facendo una breve sosta “bagno” in una bellissima caletta di cui non ricordo il nome. In questa zona, la costa è davvero bellissima: alta scogliera che si tuffa nel blu profondo del mar Ionio, inframezzato da cale, calette e villaggi pittoreschi, il tutto immerso nel pungente profumo dei pini.
Arriviamo al santuario di Santa Maria di Leuca poco prima di pranzo, sotto un cielo nuvoloso e qualche tuono in lontananza: siamo in fondo all’Italia ed arriva la bufera…
Minaccia pioggia ma, italianamente, il tutto si conclude dopo poche ore e con solo qualche goccia d’acqua spruzzata qua e la, senza alcun effetto rinfrescante di sorta: è caldo, umido, ed il sole -tornato a far capolino da dietro le nuvole ormai scomparse- è più caldo che mai.
Andiamo a far visita al Santuario di Santa Maria De Finibus Terrae, che fondamentalmente è una chiesa come mille altre con l’unica particolarità di trovarsi sul promontorio più a sud (in realtà il secondo…) del tacco d’Italia, da cui però si gode di uno spettacolare panorama su Leuca ed il mare circostante.
Dopo qualche foto di rito e la visita al Santuario, scendiamo al paese sottostante e parcheggiamo sotto un bel pino, lungo la strada, dove rimarremo anche per la notte: siamo a poche centinaia di metri dal lungomare e ne approfittiamo subito per fare una bella passeggiata in paese, dove più tardi mangiamo un boccone in un casottino di “street food” tipico (una puccia ed un piatto di palline di pasta con acciughe, capperi e cipolla fritte) e ci rilassiamo nella fresca brezza marina.
Santa Maria di Leuca è un tranquillo villaggio ormai turistico dove l’unica particolarità sta nelle ville di inizio secolo costruite secondo gli stili in voga al tempo, come il Liberty ed il Moresco. Per il resto è un luogo tranquillo, per famiglie, dove durante il giorno si sonnecchia sulla angusta spiaggetta o sugli scogli e la sera, dopo una cena al ristorante, si passeggia tra le bancarelle di souvenir sul lungomare. Da qui, ma anche dalle altre località vicine, partono tour turistici in barca per la visita alle grotte lungo la scogliera.
- Giorno 1: da Siena a Termoli
- Giorno 2: da Termoli a Polignano a Mare
- Giorno 3: da Polignano a Mare ai Trulli di Alberobello
- Giorno 4: da Ostuni, “città bianca”, a Lecce, “la Firenze del Sud”
- Giorno 5: da Lecce a Otranto
- Giorno 6: da Otranto a Castro
- Giorno 7: dalla Grotta Zinzulusa (Castro), arrivo a Santa Maria di Leuca
- Giorno 8: da Santa Maria di Leuca a Marina di Felloniche
- Giorno 9: da Marina di Fellonica a Lido Conchiglia (Gallipoli)
- Giorno 10: da Gallipoli a Sant’Isidoro
- Giorno 11: Sant’Isidoro e Baia di Porto Selvaggio
- Giorno 12: Visita a Porto Cesareo, Punta Prosciutto e ritorno verso casa
- Conclusioni