TL;DR Un viaggio totalmente non organizzato sulle Dolomiti, in camper, senza aver alcuna idea precisa di dove andare.
Certi viaggi son così, si decide all’ultimo e s’improvvisa, accettando il rischio che qualcosa vada storto e, comunque, di prendere il massimo anche dalle situazioni più strane.
Unico obiettivo prefissato: fuggire dalla calura che da ormai troppi giorni faceva ribollire le nostre giornate (e nottate), con temperature che sfiorano i 40 gradi e tassi di umidità insopportabili, e gustarsi qualche giorno di vacanza relax senza troppo stress e visitando posti nuovi, dove nostri figlio possa divertirsi e fare qualche esperienza diversa dalla tradizionale spiaggia. Devo dire che quest’ultimo obiettivo è stato pienamente centrato!
Giorno 1 – da Siena a Ortisei
Più o meno è iniziata così: “Andiamo a vedere le Dolomiti!” “Si ma…dove?” “Beh, intanto partiamo direzione Bolzano, poi vedremo!“. A Bolzano, una veloce ricerca in Rete durante il rifornimento carburante ci suggerisce di puntare su Ortisei, ridente cittadina della Val Gardena a oltre 1000mslm di altitudine.
Arriviamo stremati dal lungo viaggio a temperature tra i 37 e i 39°C, che neppure l’aria condizionata riusciva a smorzare più di tanto. Le difficoltà di parcheggiare ci fanno subito scoprire il lato oscuro della Val Gardena: i camper qui non sono molti ben visti, almeno ufficialmente. In realtà, sarà che siamo ancora a inizio stagione (fine giugno), anche se non proprio “accolti”, i camper sono quantomeno tollerati, e questo rende tutto meno complicato (al netto di assenza cronica di parcheggi, aree di sosta attrezzate e strade strette e tortuose).
A Ortisei riusciamo a parcheggiare all’area di sosta proprio accanto alla funivia che porta all’Alpe di Siusi (Lat:46.57280 Lng:11.67036) che, se arrivate di mattina o primo pomeriggio, costa 7€ al giorno (sempre se non troppo affollato, che teoricamente è un parcheggio vietato ai camper). Questa è una area di sosta strategica sia per Ortisei che per l’Alpe di Siusi, poiché a due passi (basta attraversare il ponte) dal centro e da tutti i percorsi trekking della zona.
Ortisei è uno dei tre borghi principali della Val Gardena, curatissimo e molto carino, con molte strutture ricettive di alto livello. È tutto studiato per sfruttare al massimo il turismo, sia estivo che invernale, e purtroppo mi pare che sia andato un po’ a scapito dell’autenticità dei luoghi. Tuttavia le attività da fare non mancano, dai percorsi più semplici per le famiglie con bimbi a quelle più impegnative. I parchi giochi per bambini, un po’ ovunque, sono curatissimi e ricchi di attrazioni. Le strade, i palazzi e le vie sono tutte molto curate e pulite, con fiori e piante ovunque. Scopriamo, passeggiando, un simpatico sentiero Kneipp a poche centinaia di metri dal centro, dove ci siamo rilassati con i piedi immersi nelle acque fresche del torrente.
Nota dolente del parcheggio: non si può sostare nelle ore notturne. Ci siamo quindi fermarmi in un parcheggio poco distante (Lat:46.57156 Lng:11.67749), dove vige –durante il giorno– il disco orario di 120 minuti (ricordo che, se non diversamente indicato, il disco orario vale dalle 08:00 alle 20:00 solo giorni feriali).
Giorno 2 – Escursione sull’Alpe di Siusi e Santa Cristina
Dopo una bella dormita a temperature finalmente gradevoli e una veloce sosta al Despar per rifornire la dispensa del camper (per gli amanti del rafano, qui si trova un po’ ovunque come “kren”), torniamo al parcheggio del giorno prima per salire, con la ovovia, sull’Alpe di Siusi.
Paghiamo i 7€ per il parcheggio e i 24€ a persona (i bambini non pagano) per il biglietto necessario a salire e scendere all’Alpe (possibile farli anche online su www.funiviaortisei.eu, se volete velocizzare i tempi).
La salita all’Alpe è abbastanza veloce ma regala comunque un panorama mozzafiato sulla vallata sottostante e su l’abitato di Ortisei. Essendo la nostra prima esperienza in funivia, mio figlio si è emozionato tantissimo!
Arrivati all’Alpe, estasiati per la bellezza del panorama che si staglia davanti a noi, cerchiamo di capire cosa si può fare (considerando le energie di un bimbo di 5 anni e mezzo). Puntiamo all’escursione “Giro dell’Alpe“, di circa 5 km e mezzo, fattibile in 1h/1h e mezza a passo normale e, comunque, abbastanza anche per noi, visto l’affaticamento dovuto all’altitudine.
Il sentiero è curatissimo e ben segnalato, con scorci meravigliosi tra prati fioriti e le maestose montagne tutt’intorno.
Lungo il percorso, essendo ormai ora di pranzo, decidiamo di fermarci a mangiare alla Malga Contrin, dove abbiamo gustato ottimi antipasti a base di speck e formaggi, polenta con formaggio e, per l’ometto, wurstel e patatine. Una bella birra weiss non poteva, ovviamente, mancare.
Purtroppo il meteo non è stato così clemente e i nuvoloni grigi che già dal mattino incombevano all’orizzonte si sono avvicinati, minacciando pioggia. Acceleriamo il passo per tornare velocemente alla cabinovia e non facciamo in tempo ad arrivare che si scatena un bel temporale, con fuggi-fuggi generale.
Torniamo così a Ortisei, dove decidiamo di proseguire lungo la Val Gardena e raggiungere il paese successivo: Santa Cristina, distante solo pochi km.
Santa Cristina si è da subito rivelato un luogo molto più tranquillo e riusciamo agevolmente a parcheggiare nella piazza davanti all’Ufficio Postale, a metà tra il paese vecchio, con la tipica chiesetta dal campanile aguzzo, e la parte più commerciale, dove ci sono negozi e supermercati.
Qui, quando alle 21:00 già in giro non c’era nessuno, ne approfitto per fare rifornimento d’acqua alla fontana pubblica (lat:46.55820 lng:11.72194) qui presente, dove sgorga continuamente acqua freschissima di ottima qualità!
Ci fermiamo a dormire poco lontano, in un parcheggio pubblico di una strada secondaria (lat:46.55640 lng:11.72337), dove riposiamo tranquilli e beati, al bel frescolino della montagna.
Giorno 3 – Monte Pana, escursione al Saslong e Selva in Val Gardena
Ci svegliamo di buon ora e, visto che è giorno di mercato a Santa Cristina (mercoledì!), vado nella piazza del Paese alla ricerca di qualcosa di buono e tipico da mangiare. Resto un po’ deluso: pochissimi banchi, di cui solamente uno con prelibatezze del posto, dove acquisto delle salsicce secche affumicate (“kaminwurzen“), molto buone e saporite, un salamino di cinghiale e un pezzo di pecorino alle erbe. Ne approfitto per 4 chiacchiere e mi consigliano, per la giornata, di salire sul Monte Pana, attraverso la strada che per circa 2,5km si inerpica sul monte, e di fare una bella escursione sul Monte Serra, prendendo la seggiovia.
Sul Monte Pana, per i bimbi, c’è un bel percorso chiamato Panaraida, dove durante il percorso di qualche km si superano pascoli con le mucche allo stato brado, casette di legno sugli alberi, giochi, ruscelli e giochi d’acqua, torrenti e pure il laghetto, dove riposarsi. Mio figlio si è divertito tantissimo!
Dopo pranzo, saliamo sul Monte Serra con la seggiovia (14€ gli adulti, 7€ il bimbo), con l’intenzione di tornare a piedi lungo il sentiero 528 (durata circa 1h, un bel percorso semplice tutto in discesa). Sul Monte Serra si spalanca un bellissimo panorama sia sul Sasso Lungo che sulla vallata circostante, fino all’Alpe di Siusi. Anche qui, bellissimi prati verdi pieni di fiori colorati: uno scenario da cartolina!
Facciamo una veloce escursione lungo il sentiero 526B, verso le pendici del Sasso Lungo, per poi tornare indietro e iniziare la discesa, lungo il 528, fino al Monte Pana.
Qui la luce del sole basso, avviandosi al tramonto, regala colori esageratamente belli sul grande prato fiorito e il Sasso Lungo, che si staglia imponente all’orizzonte. Letteralmente…WOW!
Dopo il bellissimo spettacolo regalatoci dalla natura, torniamo a valle e decidiamo di proseguire alla scoperta della Val Gardena arrivando al paese successivo, Selva di Val Gardena, dove trovo uno spiazzo subito fuori dal centro abitato (lat:46.55637 lng:11.75127). Facciamo cena, due passi in Paese per veder cosa c’è e poi a letto, distrutti ma felici e soddisfatti.
Giorno 4 – Passo Sella, salita alla Forcella e Canazei
Era da tanto che non facevamo una bella dormita, complice il fresco e la tranquillità del posto. Una sosta veloce in paese per acquistare qualche cibaria al costosissimo Despar locale (…sembrava di entrare in una boutique, più che in un supermarket…) e poi –via!– verso il Passo Sella.
La strada si inerpica risalendo la val Gardena, famosa anche per il Giro d’Italia, e non mancano ciclisti e motociclisti a percorrerne il tragitto, per la felicità degli altri utenti della strada.
Al Passo Sella arriviamo intorno alle 10:30 e già fatichiamo a trovare parcheggio, complice l’affollamento e i divieti assurdi. Sostiamo in uno spiazzo sterrato lungo la strada, a circa 1km dal Rifugio Passo Sella.
Saliamo a piedi fino al Rifugio, da dove partono diversi sentieri e percorsi, approfittandone subito per una visita alla Città dei sassi, monumento naturale ai piedi del Sasso Lungo: probabilmente resti di una antichissima frana tra cui la natura ha preso il sopravvento, regalando scorci davvero belli e inusuali.
Consigliati da una guida del luogo, decidiamo di salire alla Forcella del Sasso Lungo, sfruttando la funivia per la salita e poi scendere, lungo il sentiero, a piedi. Il biglietto della funivia è abbastanza caro, 20€ solo andata, 22€ andata/ritorno per gli adulti. Il bimbo non paga. La salita dura un bel po’, nello spazio angusto della cabina che sale a strapiombo lungo la parete rocciosa della montagna.
Arriviamo al Rifugio Tony Demetz, 2685 mslm, con un panorama mozzafiato sulla vallata e sui monti circostanti, tra cui il Pordoi e la Marmolada. È bellissimo e freddo, tanto che in alcuni punti c’è ancora la neve. Da qui partono diversi sentieri, tra cui qualche ferrata, e non mancano gli scalatori intenti a conquistare la sommità delle 5 dita.
Ci gustiamo il panorama, approfittandone per un pic-nic ad alta quota, per poi ridiscendere lungo il sentiero 525 che ci riporterà al Rifugio del Passo Sella.
La discesa è abbastanza impegnativa, soprattutto nella prima parte, anche se il sentiero è in ottime condizioni. Basta avere scarpe adatte e non soffire di vertigini.
Superata la parte rocciosa, il sentiero entra nella verde vegetazione dei prati e qui faccio una graditissima scoperta botanica: trovo una stella alpina, fiore rarissimo (e protetto!) che nasce solo ad alta quota. Poterla fotografare è stato, per me, un grande privilegio!
La discesa è molto bella, anche se fisicamente abbastanza impegnativa. Per fortuna al Rifugio sono ben attrezzati per rifocillare e ristorare i novelli “avventurieri della domenica” come noi. C’è comunque una gran soddisfazione ad avercela fatta, anche se con la consapevolezza che, in fondo, non è niente di così eccezionale. In ogni caso, è stato davvero bello e questo, alla fine, è ciò che conta.
Torniamo al camper e proseguiamo lungo la strada, arrivando in Val di Fassa. Ci fermiamo a Canazei, dove sostiamo nel grande parcheggio davanti al Dolaondes (lat:46.47484 lng:11.77049). Qui vige un assurdo divieto di sosta dalle ore 24:00 alle 08:00, probabilmente per evitare il pernottamento ai camperisti, e così ci spostiamo, per la notte, nella vicina frazione di Alba di Canazei, proprio in prossimità del Palazzo del Ghiaccio, in Via Dolèda (lat:46.46114 lng:11.78646).
Giorno 5 – Canazei, Passo Fedaia e Campitello di Fassa
Il risveglio ad Alba di Canazei è stato tranquillo, con un sole splendente che risalta nelle maestose montagne che si stagliano davanti a noi. Il rumore rilassante del fiume ci ha tenuto compagnia tutta la notte e le sue acque cristalline scintillano nel sole mattutino. Mi gusto la tazza di caffè mentre ammiro il bellissimo scenario naturale che ho davanti, immerso nella fresca e frizzante aria mattutina delle alpi.
Oggi decidiamo per una giornata più soft, con una bella passeggiata lungo la ciclabile che attraversa la Val di Fassa e ci porta, in poco più di 1 km di cammino, fin dentro il centro di Canazei.
Sosta “obbligata” al parco giochi, dove ci rilassiamo qualche ora mentre i bambini giocano tranquilli e felici nel grande prato e i giochi lì presenti.
Siamo ancora piuttosto stanchi dell’attività dei giorni precendenti, così optiamo per una gita al Lago Fedaia, proprio sotto l’imponente massiccio de La Marmolada.
Saliamo così lungo la SS641, arrivando dopo circa 8 km al Lago Fedaia, dove c’è l’omonima diga e il passo, a 2054 mslm. Un vento gelido ci accoglie, mentre attraversiamo a piedi la Diga per raggiungere l’altro lato, dove ne approfitto per visitare il locale museo della Grande Guerra, una interessante collezione privata di reperti militari della prima guerra mondiale combattuta dagli alpini contro gli austriaci proprio in queste zone (ingresso 6€).
Decidiamo di restare in Val di Fassa per i (pochi) giorni restanti, così scendiamo verso Canazei, proseguento lungo la valle. Troviamo interessante Campitello, il paese successivo direzione Trento, così decidiamo di fermarci qui per la notte, nel grande parcheggio libero adiacente la stazione della cabinovia che porta a Col Rodella (lat:46.47489& lng:11.74779). Tra l’altro, a poche centinaia di metri, c’è un buon caseificio locale dove trovare formaggi e yogurt a prezzi interessanti.
Giorno 6 – Campitello Val di Fassa, escursione sul Col Rodella, Val di Fiemme
Sveglia a Campitello di Fassa, dopo l’ennesima fresca e piacevole nottata all’ombra delle Dolomiti. La funivia che collega Campitello al Col Rodella è già in funzione (con una bella fila di persone in attesa di salire) e questo solletica la curiosità di capire se c’è una qualche escursione da fare partendo da qui.
Consultiamo la mappa e, dopo aver preparato qualche cibaria da portare con noi, decidiamo di salire sul Col Rodella (12€ adulti, bimbi gratis).
Sulla vetta del Col Rodella (più o meno 2400mslm) la vista è spettacolare e ci gustiamo il bellissimo panorama a 360° dalla terrazza dell’omonimo rifugio (posto in vetta al monte, 2484mslm, a circa 400mt a piedi dall’arrivo della funivia). Da lì proseguiamo lungo il sentiero “Friedrich August“, che passa sia dall’omonimo Rifugio (2298 mslm) che dal Rifugio Sandro Pertini, per finire al rifugio Sasso Piatto.
E’ un sentiero molto bello, sul crinale della montagna, a tratti scoscesco e moderatamente impegnativo, ma regala panorami davvero spettacolari sulla Val di Fassa. Più o meno a metà, al Rifugio Sandro Pertini (2300 mslm), dedicato all’omonimo Presidente della Repubblica, che amava passeggiare su questi monti, ci fermiamo per una sosta e per mangiare qualcosa.
Proseguiamo in direzione Sasso Piatto, per poi, in corrispondenza della Malga Sasso Piatto (lat: 46.50531 lng:11.70711), prendere il sentiero che discende in direzione del Rifugio Micheluzzi (1860 mslm), da dove proseguiamo lungo la carrozzabile, che passa proprio accanto al Rio Duron, per tornare a Campitello Val di Fassa.
Una gran bella passeggiata di qualche ora, affrontata con tranquillità e fattibile senza particolari complicazioni, a patto di avere un minimo di attrezzatura (almeno le scarpe da montagna/trekking) e con sé una adeguata scorta d’acqua (possibile fare rifornimento solo alle malghe e ai rifugi).
Dopo un oretta di relax per riposare le gambe, decidiamo di ripartire direzione Siena, prendendosela comoda e gustandoci la Val di Fassa.
Attraversiamo così Pozza di Fassa e Vigo di Fassa, arrivando velocemente a Moena. Il centro del paese ci piace e decidiamo di vedere se troviamo un posto dove fermarsi per la serata.
L’unica piazzola per camper è subito fuori dal paese (lat:46.36843 lng:11.65179), uno spiazzo sterrato e desolato lungo la statale, piuttosto trafficata e anche abbastanza lontano, a piedi, dal centro. Oltre a questo, nessun servizio di carico e scarico per il modico costo di 12€ al giorno. No, grazie, proseguiamo.
Arriviamo velocemente a Predazzo, inizio della Val di Fiemme, e lì cerchiamo un’area di sosta camper. Ne individuiamo una, attrezzata, in Loc. Lago di Tesero (lat:46.28299 lng:11.5257). A gestione comunale, una decina di posti camper con area attrezzata carico e scarico, è perfetta per concludere degnamente la vacanza.
Giorno 7 – Cavalese e ritorno a Siena
Sveglia di buon ora, a circa 1000 metri slm, dopo una nottata fresca (ma non fredda) e tranquilla. La giornata si preannuncia calda e, quindi, scendere ancora troppo presto rischia di essere faticoso.
Facciamo così un giro nella vicina Cavalese, ridente località di villeggiatura nella Val di Fiemme. Da qui parte la funivia per l’Alpe del Cermis, dall’altra parte della valle, dove c’è un ampio parcheggio anche per i camper (lat:46.28575 lng:11.46484). Il paese è molto carino, con un bel centro, negozi e curati parchi dove rilassarsi all’ombra delle piante. I prezzi, a differenza delle altre zone, qui sono molto più accettabili.
Passiamo qui la mattinata, per poi ripartire in direzione Siena e concludere, alla grande, questa bella e improvvisata vacanza.
2 comments
Ciao! è fattibile arrive in camper da Santa Cristina al Monte Pana? Com’è la strada? Graziee 🙂
Salve Alice, ricordo che era piuttosto ripida e non molto larga. Se avete un camper piccolo, penso sia fattibile senza problemi. Con un 7 metri temo sia complicato, soprattutto nei tornanti.